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L'autore ripercorre la storia del razzismo in Occidente dalle sue origini nel tardo medioevo sino ai giorni nostri. Prendendo le mosse dall'antisemitismo medievale, che escludeva gli ebrei dall'umanità, ricostruisce la diffusione del pensiero razzista sulla scia dell'espansionismo europeo e dell'inizio della tratta degli schiavi in Africa, fino a mostrare come l'Illuminismo e il nazionalismo ottocentesco abbiano creato un nuovo contesto intellettuale per il dibattito sulla schiavitù e l'emancipazione degli ebrei. L'autore traccia per la prima volta negli studi sul fenomeno un confronto articolato tra il razzismo legato al colore della pelle dell'America del XIX secolo e il razzismo antisemita in Germania.